Presentazione libro “Sergio Ramelli, una storia che fa ancora paura”
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Descrizione
L’Associazione BeneLectus è lieta di annunciare che il giorno 4 Luglio 2025, alle ore 18:30, presso la sala della Biblioteca Provinciale – Palazzo Terragnoli, in Corso Garibaldi a Benevento, con il patrocinio morale della Provincia, si terrà, nell’ambito dell’iniziativa “Gli Eventi di BeneLectus”, la presentazione del libro del “Sergio Ramelli, una storia che fa ancora paura”. Alla presentazione interverranno, Guido Giraudo giornalista e autore del libro, Antonio Galliano per l’associazione BeneLectus, Nicola Sguera professore di storia e filosofia. L’incontro sarà moderato dal presidente di Mezzogiorno Nazionale, Paquale Viespoli.
La presentazione del libro, che ripercorre uno degli episodi più emblematici della violenza politica che ha caratterizzato il nostro paese tra gli anni 70 e gli inizi degli anni 80, vuole essere da spunto per un dibattito e una riflessione più ampia di come l’estremismo ideologico, da una parte e dall’altra, abbiano avvelenato in quegli anni il confronto democratico, perpetuando in modo anacronistico uno stato di guerra civile strisciante, di cui hanno fatto le spese decine di giovani. A cinquant’anni da quegli eventi, nel condannare senza riserve la violenza politica, è necessario rileggere quel periodo con uno sguardo condiviso, libero da pregiudizi e soprattutto animato dalla volontà di ascoltare i diversi punti di vista senza giudicarli o condannarli aprioristicamente.
Per questo motivo, l’incontro è stato organizzato con l’intento di dare spazio a differenti sensibilità e interpretazioni di quel periodo, partendo però da un presupposto irrinunciabile: la violenza politica deve essere sempre condannata. Un’affermazione tutt’altro che scontata, considerando che (seppur in forme diverse) esistono ancora oggi soggetti e movimenti, anche se marginali, che fanno uso della violenza politica, molte volte ed è questa la cosa più grave, nell’indifferenza delle forze politiche maggiori che invece di prendere una posizione netta di condanna, preferiscono voltarsi dall’altra parte.